Uno degli aspetti sui quali Apple ha insistito maggiormente durante la presentazione del nuovo iPad Pro 2018 sta nel fatto che, a suo dire, ci siano tantissimi contesti nei quali il nuovo tablet possa essere utilizzato come un Mac. Tuttavia ci sono dei limiti sostanziali da non tralasciare.
Quale esempio? Il nuovo iPad Pro 2018 è troppo indietro dal punto di vista software e della memoria, come evidenziato giustamente anche da Melablog:
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Storage: Fin dal giorno del suo debutto, iPad ha sempre consentito di scaricare fotografie dalle schede di memoria della digitale, dalle penne e dagli hard disk USB; eppure, a distanza di 8 anni, ancora non è possibile leggere altri tipi di file, o riversare un documento su un disco esterno. E per carità, ci rendiamo conto che connettere un HD a un iPad non è proprio comodissimo, ma d’altro canto non lo è neppure su un MacBook Air. Lo si fa per necessità, e perché una connessione via cavo è sempre più veloce del WiFi o dell’ADSL. Si spera che le cose cambino con l’introduzione di USB-C e l’arrivo di iOS 13.
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Paletti Software: Su Mac potete installare diversi Sistemi Operativi, scaricare app non autorizzate da Apple e condurre esperimenti software che su iOS richiederebbero il Jailbreak, nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore, risultano semplicemente impossibili, tipo tornare indietro ad una build precedente di iOS.
Insomma, un vero e proprio gioiellino il nuovo iPad Pro 2018, ma occorre tenerlo ben distante dal potenziale di un Mac oggi come oggi.