Si parla moltissimo in questi giorni della prospettiva di un Android a pagamento a causa della presa di posizione da parte della Commissione europea, secondo cui Google ha violato le norme antitrust con il suo sistema operativo, soprattutto nell’imporre dei vincoli con l’utilizzo del suo motore di ricerca.
A tal proposito, dobbiamo prendere in esame quanto è stato dichiarato da CEO Sundar Pichai, il quale ha lasciato intendere che effettivamente potrebbe essere possibile passare ad Android a pagamento:
“Android ha creato una scelta più ampia per tutti, non il contrario: un ecosistema vivace, una rapida innovazione e prezzi più bassi sono i classici segni distintivi di una forte concorrenza.
Finora, il modello di business di Android ha fatto sì che non abbiamo mai dovuto caricare i produttori smartphone di un ulteriore costo per utilizzare la nostra tecnologia e ci ha consentito di non dipendere da un modello di distribuzione strettamente controllato. Ma siamo preoccupati che la decisione di oggi possa sconvolgere l’intero equilibrio che abbiamo riscontrato con Android, mandando un segnale preoccupante a favore dei sistemi proprietari e a discapito della piattaforme aperte”.
Tra tre settimane ne sapremo di più, ma di sicuro queste voci riguardanti Android a pagamento già oggi stanno facendo molto discutere il pubblico, visto che a pagare dazio potrebbe essere proprio l’utente.
Ottimo, così i sostenitori della millantata libertà e gratuità del ridicolo androidino verde, diventeranno verdi a loro volta, per il nervoso. E’ ora di dare una ridimnesionata a quel disgustoso minestrone che è il mondo android.