TAL: Ciao Francesco & Francesco, presentatevi ai lettori di TAL!
FDL: Mi chiamo Francesco Di Lorenzo, ho 22 anni, sono originario di Palermo e vivo a Milano. Studio Ingegneria Informatica al Politecnico e mi sto specializzando in intelligenza artificiale.
In passato ho realizzato app più o meno di successo come Libretto o OnSale e lavorato come freelancer sviluppando per aziende.
FB: Mi chiamo Francesco Zerbinati, sono di Mantova e studio a Milano. Studio anche io Ingegneria Informatica al Politecnico di Milano e ho già iniziato la mia tesi, quindi sono alla fine del mio percorso di studi. Silentium non è la prima app iOS che realizzo ma è la prima che ho creato in team (precedentemente ho sviluppato PriceRadar e SeguiTreno).
I due Francesco di Silentium: Zerbinati (a sinistra) e Di Lorenzo
TAL: Parlateci un po’ di Silentium, il vostro adblocker: da chi è partita l’idea e quando è iniziato lo sviluppo?
L’idea l’ha avuta Francesco Zerbinati, poi quasi per caso abbiamo deciso di unire le forze e collaborare verso metà agosto. Quasi sicuramente, senza questa collaborazione, non avremmo raggiunto la deadline del rilascio di iOS 9 con un prodotto completo e ben definito come Silentium.
Unire le forze ci ha permesso di finire l’app in tempo e di concentrarci sul marketing, al quale oggi bisogna dare pari importanza rispetto al prodotto stesso. App meno complete e con funzioni implementate peggio rispetto a Silentium hanno avuto più successo grazie ad un marketing più efficace.
TAL: Bene, allora provate subito a convincerci: perché dovremmo scegliere di comprare Silentium e non una delle tante applicazioni concorrenti?
Prima di tutto, Silentium è un app italiana. Gli sviluppatori italiani si contano sulle dita di una mano e già questo sarebbe un buon motivo per supportarci: sviluppare in Italia una buona app non è un impresa semplice, chiaramente chi è madrelingua inglese riesce a cavarsela meglio con giornalisti internazionali e con il marketing. In secondo luogo, Silentium è ancora ad oggi una delle app più avanzate di content blocking: non prevede solamente il blocco degli ads, ma permette anche il blocco dei servizi di tracking per la privacy, il blocco dei banner cookie law, la modalità a basso consumo dati (per quando si sta finendo la propria soglia dati mobili), un semplice blocco dei siti per adulti e nella 1.1 anche un blocco dei commenti di Disqus e Facebook, per migliorare la navigazione dei siti che integrano questo tipo di servizi.
TAL: Domanda indiscreta: come vanno le vendite dell’app?
Dopo un debutto a dir poco rocambolesco (il processo di review ci ha ritardato di 24 ore rispetto al lancio di iOS 9 facendoci perdere il rush iniziale di vendite), non possiamo lamentarci del risultato ottenuto e riteniamo il nostro lavoro sia stato adeguatamente ripagato.
Questo nuovo settore, quello dei content blocker, in quanto a domanda e facilità di soddisfare tale domanda ricorda parecchio la gold rush dei primi anni dell’App Store.
Silentium, l’adblocker Made in Italy
TAL: Vi aspettatavate tutto questo interesse per gli adblocker su iOS?
Sì. Ultimamente la privacy e il tracking degli utenti che avviene online stanno ricevendo sempre più attenzione mediatica, quindi era evidente che l’apertura di questa nuova categoria di applicazioni e i suoi risvolti sul web avrebbero riscontrato molto interesse.
Nel complesso, non ci saremmo però aspettati che le app della nostra categoria finissero tra le prime posizioni in App Store: certo ci aspettavamo delle vendite consistenti, ma non in maniera cosi massiccia da poter superare i soliti classici di App Store.
TAL: Qual è la vostra posizione sulla questione del blocco dell’advertising e sugli aspetti etici che in tanti, soprattutto fra i giornalisti e gli editori, hanno sollevato nelle ultime settimane?
I siti web hanno bisogno di un modello di business — attualmente basato sulle ads nel 99% dei casi — e gli utenti hanno diritto di scegliere se essere tracciati o meno.
Gli ad blocker danno all’utente la possibilità di dire la sua sul contratto implicito che si firma ogni qual volta che si visita un sito web, vale a dire il consenso ad eseguire qualsivoglia script e ad installare un infinità di cookies per i fini più diversi.
Crediamo siano positivi per il settore e che, se si diffonderanno più che su desktop, porteranno ad un cambiamento positivo: native advertising, pagine più leggere e veloci e modelli di business alternativi. Guardiamo con scetticismo a soluzioni come Instant Articles di Facebook che minacciano l’open web, ma se i siti web non si danno una mossa siamo orientati in quella direzione.
Un’altra cosa importante da sottolineare è che non tutti i siti si comportano in tal modo e che, secondo noi, non spetta ai creatori dell’ad blocker mantenere delle white list ed ergersi a giudici. Piuttosto, crediamo che si debbano dare agli utenti degli strumenti facili ed efficaci per permettere di effettuare tali scelte. Abbiamo implementato la funzione di white list per questo.
TAL: Lo sviluppatore di Crystal, app concorrente alla vostra, ha annunciato che il prossimo aggiornamento attiverà un filtro per gli “acceptable ads”. Alcune pubblicità, considerate meno invadenti, verranno fatte passare lo stesso. Eyeo, la discussa azienda che sviluppa AdBlock Plus, gli pagherà per questo un fisso mensile: voi che ne pensate? Fareste la stessa cosa?
È stata fatta un’offerta simile anche a noi, ma abbiamo rifiutato. Crediamo Eyeo si sia mossa verso tutti gli ad blocker più famosi per vincolarli ed avere il controllo di questo nuovo importante settore.
Abbiamo rifiutato perché non condividiamo il modello di business di Eyeo e abbiamo ritenuto che la priorità fosse quella di non “vendere” i nostri utenti.
TAL: Pensate che l’avvento degli Adblock su iOS sarà davvero in grado di cambiare il panorama dell’advertising online? Cosa pensate che succederà nel medio e lungo termine?
Report recenti mostrano che se l’adozione degli ad blocker su iOS è 3 volte superiore a quella degli ad blocker su desktop; un sito web medio vedrebbe una riduzione degli introiti pubblicitari fino ad un massimo dell’11%. Noi crediamo l’adozione sarà maggiore, visto la semplicità di installazione rispetto alle estensioni browser.
Quindi, per rispondere alla domanda: sì crediamo gli ad blocker avranno un grande impatto sull’advertising online, portando ad un maggior rispetto degli utenti e dei loro dispositivi. È interessante infatti notare come diversi siti web abbiano adottato la politica di fornire dei servizi premium agli utenti paganti, o come altri ancora abbiano cominciato ad offrire i propri contenuti solo a pagamento.
Sinceramente non siamo d’accordo con questo secondo tipo di approccio: l’informazione deve rimanere libera ed accessibile per tutti. I content-blocker hanno innescato questo tipo di iniziative ma pensiamo sia solo l’inizio di una rivoluzione che porterà ad adottare nuove tipologie di advertising online (ad esempio, meno banner ma più link sponsorizzati verso i siti di e-commerce, più articoli sponsorizzati da aziende ecc.)
TAL: Prima di salutarci, un’ultima domanda: cosa ci dobbiamo aspettare dalle prossime versioni di Silentium?
Abbiamo molte idee da implementare. Nell’imminente versione 1.1 la funzione principale è l’aggiornamento remoto del motore di Silentium che ci permetterà di bloccare nuove ads senza dovere rilasciare un aggiornamento in App Store.
In generale, il nostro principale scopo resta quella di fornire una migliore esperienza di navigazione ai nostri utenti, quindi pensiamo di implementare nuove funzioni sulla lunghezza d’onda dei social media buttons blocker e del filtro per i cookie law banner.
TAL: Grazie e buon lavoro!
Grazie a voi e alla prossima!