Della possibile introduzione di un nuovo servizio televisivo Apple che avrebbe rivoluzionato completamente il mercato della tv a pagamento si discute e si scrive ormai da anni.
Archiviato ormai come impossibile il lancio di un televisore della Mela, su cui qualche analista ci si è pure giocato la credibilità, pare scontato che la novità passerà attraverso la scatoletta nera nota come Apple TV, che l’azienda di Cupertino potrebbe rilanciare in una nuova versione a settembre, assieme ad una nuova piattaforma televisiva che farà concorrenza diretta alle emittenti via cavo.
La notizia è di quelle che fanno felici gli appassionati: film, serie televisive, documentari, partite tutte in un unico posto, on demand e organizzate in un ecosistema perfettamente integrato con il resto dei dispositivi Apple in possesso dell’utente. Nulla di veramente nuovo rispetto alle offerte della concorrenza, ma, in stile Apple, qualcosa di superiore a tutto il resto (almeno nelle intenzioni).
Le indiscrezioni parlano già di numerosi canali televisivi interessati a partecipare, con alcuni che avrebbero già firmato gli accordi necessari. E i costi di un eventuale abbonamento sarebbero sicuramente più bassi rispetto a quanto richiesto dalle pay-tv tradizionali. Tutto molto bello, se non si considera che, mai come in questo caso, tutte queste novità sono strettamente legate al mercato americano. Le emittenti in ballo per accordi e concessioni sono americane, il mercato televisivo che probabilmente verrà scosso alle fondamenta dalla novità in arrivo è sempre e solo quello americano (possibile eccezione: il Canada).
Sarà difficile che una nuova Apple TV possa offrire al pubblico italiano la sua funzionalità più importante, ovvero l’accesso ai contenuti on-demand che spesso, nel nostro paese, sono difficili da fruire in maniera legale a causa di accordi di distribuzione internazionale.
Riuscire a riformare il mercato televisivo a livello internazionale, introducendo un servizio che convinca le grandi case di produzione ad andare oltre i limiti geografici in favore di una distribuzione immediata e globale: questa sì che sarebbe una rivoluzione.
Purtroppo la probabilità che ciò avvenga è drammaticamente bassa. E non sarà colpa di Apple, che avrebbe tutto l’interesse ad offrire un servizio del genere, ma dei grandi proprietari dei contenuti, il cui fatturato dipende in maniera diretta da accordi di fruizione dello streaming che sembrano avulsi totalmente dalla natura globale e transnazionale della Rete.
Guarderemo da lontano le possibilità offerte agli utenti americani, in attesa che accordi specifici possano farci accedere allo stesso servizio. O magari useremo un VPN. Nel frattempo potremo goderci le altre funzioni di una nuova Apple TV che, si spera, non sarà soltanto mero ricevitore di contenuti da visualizzare su uno schermo ad alta definizione, ma vero centro di controllo per l’espansione dell’ecosistema Apple alla casa. Gli aspetti domotici della nuova Apple TV e di HomeKit, per gli utenti al di fuori degli U.S.A., sono al momento molto più promettenti e vicini di tutto quanto abbia a che fare con streaming e contenuti televisivi.
1 commento su “Nuova Apple TV in arrivo con un servizio in streaming, per la gioia degli americani?”