I primi a destare scalpore per il repentino cambio di carriera furono Anand Shimpi e Brian Klug, colonne portanti del sito AnandTech, noto per le recensioni dettagliate e tecnicamente inappuntabili di prodotti tecnologici. La loro assunzione da parte di Apple, in posizioni che pare non abbiano direttamente a che fare con aspetti editoriali, è avvenuta nel 2014.
Da allora è cresciuto il numero di giornalisti che hanno “fatto il salto”. Come Chris Breen e Jon Seff, entrambi “reduci” di Macworld, che hanno deciso di accettare le offerte di Cupertino anche alla luce della serie di licenziamenti che l’editore della nota rivista aveva ormai in programma. Breen è entrato nel team delle PR, mentre Seff ha accettato una posizione all’interno di Apple University, la “scuola” interna con cui Apple cura la formazione dei manager dell’azienda.
Anche The Verge ha perso un membro del team in favore delle schiere Apple. E’ Josh Lowensohn, che scriveva anche per CNet e che è entrato in azienda più o meno nello stesso periodo di Etherington (fine giugno – inizi di luglio).
Non è chiaro come vada interpretata questa tendenza, ma l’impressione è che abbia a che fare unicamente con le scelte personali degli interessati – volenterosi di abbandonare un’industria dal futuro incerto in favore di un’azienda che ha buone possibilità di esistere ancora quando andranno in pensione.
In altre parole, Apple non sta creando alcun super-team di giornalisti, nonostante l’introduzione imminente di Notizie, l’app che fa da successore ad Edicola in iOS 9 e che raccoglie contenuti giornalistici originali ed esclusivi, potrebbe lasciar supporre il contrario.
La riprova che i fanboy pagati (prima o poi) da Apple non sono diffusi solo tra i frequentatori di forum ma come sospettato da tempo anche tra i cosiddetti giornalisti servili dalle recensioni poco obiettive
Se giudichi poco obiettive le recensioni di prodotti Apple fatte da Anand Shimpi su AnandTech le cose sono due: o non capisci niente di recensioni, o non ne hai mai neanche lontanamente letta una.
ecco il primo… Direi che anche ai meno dotati basta una lettura, anche tradotta in automatico per chi proprio l’inglese non lo conosce (e pensa di poter discettare di smartphone), delle conclusioni della recensione dell’iPhone 5s
Mi piace questo tuo riferimento alla conoscenza della lingua, detto ad uno che è pressoché bilingue. Comunque ok, hai ragione vai… doveva per forza criticare uno smartphone che, secondo lui, era il migliore in quel momento. Perché quelli seri devono solo criticare a priori. Bah…
Complimentoni davvero!!!