Le royalities di Apple Music per il periodo di prova saranno minori di quanto atteso

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Dopo avere pubblicato una lettera sul suo profilo di Tumblr con la quale ha chiesto ad Apple di pagare gli artisti anche durante il periodo di prova di Apple Music, Taylor Swift è riuscita a fare cambiare idea ad Apple.

Apple pagherà gli artisti anche per i tre mesi di prova gratuiti (per l’utente) di apple Music. Ma grazie ad una indiscrezione dal sempre affidabile Wall Street Journal scopriamo che Apple avrebbe intenzione di pagare royalities inferiori a quelle attese per i tre mesi di prova. La questione, insomma, potrebbe non essere ancora chiusa.

Apple ha rifiutato di dire quanto pagherà gli artisti durante il periodo di prova, ma ha dichiarato che le royalities aumenteranno una volta che gli utenti comincernano a pagare per l’abbonamento. Nei primi tre mesi di servizio non ci saranno pagamenti sui quali calcolare i tassi delle royalities. La compagnia potrebbe trovare altri modi per calcolare le percentuali per le etichette discografiche, e intende condividere i propri piani con il mondo entro breve. Apple rischia le ire della signorina Swift e di altri se dovesse offrire percentuali troppo basse.

Cercando di fare una previsione dei pagamenti previsti da Apple, il Wall Street Journal ha paragonato l’offerta di Apple con quella di Spotify. La soluzione gratuita di Spotify permette all’azienda europea di pagare circa un quinto delle normali royalities distribuite con il servizio a pagamento. Spotify paga circa 6 milioni di dollari al mese agli artisti per l’utilizzo della versione gratuita del servizio.

Apple, se anche dovesse abbassare la percentuale prevista per le etichette (71.5) per il servizio a pagamento, potrebbe sempre pagare milioni di dollari agli artisti tramite i tre mesi di prova di Appl eMusic.

Il Wall Street Journal sottolinea che diverse etichette discografiche avevano comunque apprezzato l’offerta originaria di Apple, plaudendo la maggiore percentuale offerta loro rispetto alla concorrenza (71.5% contro il 70% di Spotify e Google).

Si attende ancora un commento da parte di Apple.

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