Mancano solo un pugno di giorni alla conferenza di apertura della WWDC durante la quale Apple dovrebbe presentare il suo nuovo servizio di streaming musicale, ma secondo quanto scrive il generalmente affidabile Bloomberg, Apple starebbe ancora lavorando sui contratti che le etichette discografiche devono ancora firmare per dare il via libera al servizio.
Lo scorso mese era circolata una voce di corridoio secondo la quale Apple non era ancora riuscita a definire in maniera finale tutti i contratti. Diverse firme delle etichette discografiche sarebbero state ancora assenti dai documenti di Apple. E la situazione sembra non essere evoluta particolarmente:
Le etichette stanno spingendo per fare in modo di ottenere una fetta maggiore dei guadagni rispetto a quella che vedono con i contratti con Spotify, tramite il servizio di streaming musicale concorrente. Sia Apple che le case discografiche vogliono raggiungere un accordo entro lunedì 8 giugno quando Apple terrà il suo annuale evento di apertura della WWDC a San Francisco davanti a oltre 5000 sviluppatori.
In questo momento le etichette discografiche incassano il 55% dei 9.99 dollari che Spotify chiede ai suoi utenti, mentre i publisher si prendono il 15%. Le etichette discografiche sperano di arrivare a una percentuale più vicina a 60 per il loro contratto con Apple.
L’azienda di Cupertino aveva avviato le trattazioni proponendo una offerta mensile in abbonamento a 7.99 dollari. Questo avrebbe permesso ad Apple di concorrere aggressivamente con Spotify e gli altri competitor, che invece hanno offerte che costano minimo 9.99 dollari al mese. Apple era stata però costretta dalle case discografiche a tornare a pensare ad una opzione a 9.99 dollari al mese.
Apple avrebbe anche chiesto alle etichette di vietare a Spotify di offrire un servizio gratuito, ma pare che la Commissione Europea e il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti non abbiano presto troppo bene la mossa di Apple e stiano indagando l’azienda per concorrenza sleale.
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