La “Billboard 200” è la storica classifica degli album più venduti ogni settimana negli Stati Uniti e viene pubblicata in questa versione da 200 posizioni fin dal 1967. Dal mese di dicembre verranno conteggiate non soltanto le vendite fisiche o digitali ma anche il numero di ascolti su servizi di streaming musicale.
La modifica alla metodologia, dicono da Billboard, è la più importante dal 1991, quando la rivista ha iniziato ad utilizzare i dati forniti da Nielsen SoundScan, considerati fra i più autorevoli e affidabili, per stilare la sua classifica.
Sarà sempre Nielsen, divisione Entertainment, a fornire a Billboard i numeri dello streaming. L’equiparazione fra album venduti e album ascoltati su Spotify ed altri servizi è molto semplice: 1500 riproduzioni saranno equipollenti alla vendita di un album. Servizi che prevedono una modalità di ascolto gratuita in stile radio non saranno inclusi nel conteggio.
La scelta di Billboard è una forte ed inevitabile legittimazione dell’importanza che ormai rivestono le nuove piattaforme di streaming nella fruizione della musica da parte del pubblico. A parlare sono i numeri. In particolare quei 100 miliardi di riproduzioni registrate da Spotify e tutti gli altri nel corso dell’ultimo anno.
Sarà interessante vedere, da dicembre, il modo in cui la classifica verrà influenzata dalle nuove metriche. Ironia della sorte, al primo posto della Billboard 200 in queste settimane c’è 1989, di Taylor Swift. L’artista canadese, con una mossa che ha fatto molto discutere, pochi giorni fa ha scelto di rimuovere la sua musica da Spotify, in aperta polemica con i compensi eccessivamente bassi forniti dal servizio. Chissà se la sua assenza dalle tracklist della piattaforma di streaming insidierà la prima posizione. Lo sapremo a dicembre.