Ecco il nuovo iWork: minimal e condiviso

Ecco: iniziamo col dire che Roger Rosner ed Eddy Cue non sono esattamente dei maghi del desktop publishing, e che il look del senior VP of Internet Software and Services solo con molta buona volontà può rientrare nella nuova filosofia minimal inaugurata da iOS 7. Posso immaginare quello che pensa Ive mentre scende dall’Aston Martin a Infinite Loop, stretto in una magliettina ultra-basic, e vede Cue arrivare con tanto di camminata a pancia in fuori e maniche a sbuffo. Comunque sia, all’evento del 22 ottobre proprio a Cue e a Rosner è toccato illustrare l’overhaul di iWork, la suite di produttività di Apple, finalmente aggiornata dopo quattro anni. L’hanno fatto improvvisando la realizzazione di un volantino promozionale per un ipotetico disco di Cue in versione cantante confidenziale. E a parte una discutibile scelta dei colori (azzurro? Arancione?) e alcuni picchi inarrivabili di kitsch FORSE autoironico («lo sai, Roger? Stavo proprio per mettermi quella camicia, oggi») si è visto che i cambiamenti per Pages, Numbers e Keynote sono stati davvero radicali. Diamo un’occhiata anche noi in dettaglio dopo il salto.

Apertura

Prima di tutto, qualche parola sulla filosofia dietro questo aggiornamento, che vero e proprio aggiornamento non è quanto piuttosto palese sostituzione, con versioni ripensate dalle fondamenta. Dal 2009, Pages, il word processor, Numbers, lo spreadsheet, e Keynote, il software per le presentazioni, stavano cominciando a mostrare la corda, senza contare la differenza d’uso tra le versioni dei programmi sui vari device e le interfacce sovente ben poco «mobile». Apple ora ha cambiato tutto, ripetendo come un mantra due parole: free e sharing.
La prima si spiega in fretta. iWork e iLife sono gratis con qualsiasi nuovo apparecchio Apple, e l’aggiornamento non costa nulla a chi aveva giù acquistato le suite nel 2009 (o le aveva trovate già installate sul computer, of course). La stessa linea di Mavericks, insomma. Per tutti gli altri, le app OS X costano 17,99 € e 8,99 € per iOS, e sono disponibili da ora.

Sulla condivisione, che della gratuità è parente stretta, è bene spendere due parole di più. Visto il progressivo spostamento di questi programmi sul cloud – lo dimostrano Office 365 e Google Apps – la possibilità di lavorare su uno stesso documento a distanza e da postazioni differenti è ormai ineludibile. Qui il tradizionale svantaggio di Apple è una massa critica di utenti ben più ridotta della concorrenza. Onestamente, quanti di noi usano Numbers e non Excel per uno spreadsheet? Ecco perché nella nuova incarnazione di iWork si è enfatizzata soprattutto la possibilità di condivisione dei propri documenti tramite link diretti, lo spazio aperto anche agli utenti Windows o Linux di iWork for iCloud, e al tempo stesso l’integrazione migliorata con i formati proprietari di Office. Non a caso, nel duetto Rosner-Cue – coi suoi esilaranti (?) alias, “Eddy Cube” e “Cue Ball” – oltre alla dubbia eleganza degli executive Apple ha colpito la platea soprattutto la facilità ed immediatezza con le quali è stato possibile editare lo stesso documento sul web, in tempo reale.

Che cosa è cambiato

Se c’è qualcosa che salta agli occhi analizzando le nuove versioni di Pages, Numbers e Keynote, è proprio la filosofia comune. L’integrazione tra le diverse anime della suite – su web, per OS X, per iOS su iPad, per iOS su iPhone – permette ora ai documenti di avere lo stesso aspetto a prescindere dal mezzo con il quale vengono visualizzati o modificati. Le interfacce sono state completamente ridisegnate, con una generale semplificazione e l’aggiunta di pannelli «intelligenti», in grado di suggerire le opzioni adatte per ogni elemento.

Per esempio, sul nuovo Pages selezionare del testo fa comparire funzioni dedicate alla formattazione, mentre cliccando su una fotografia ci sarà offerta automaticamente la possibilità di posizionarla, cambiarne lo stile o l’opacità; in Numbers vengono suggerite le formule più adatte per il contesto e il formato dei dati con i quali si sta lavorando. È bene dire che la differenza estetica e d’uso tra iWork per iOS e iWork per OS X è sempre piuttosto marcata, come si può notare perfino dalle icone che sono state scelte. Guardate l’immagine d’apertura: molto stilizzate per la versione mobile, ancora «più vere del vero» per quella desktop. Ma la direzione è chiara, ed è più che lecito aspettarsi una nuova, rivoluzionaria iterazione del sistema operativo per Mac che semplifichi ancora di più il look and feel. Intanto con iWork qualche passo avanti è già stato fatto, e non sono infatti mancate le frecciate di Cue agli utenti «still stuck with a PC» e che non possono condividere la nuova filosofia di Cupertino, cioè avere meno affollamento possibile di elementi sullo schermo.

In effetti Pages, Numbers e Keynote ora sono molto lineari anche su Mac, con gli elementi della barra strumenti ben distanziati tra loro e organizzati gerarchicamente per avere tutto a portata di mano. Le tips, attive di default, permettono di conoscere il funzionamento di ogni singola opzione con un semplice popup, molto meno invasive di una certa clip animata con gli occhietti. A tutte le applicazioni sono stati aggiunti nuovi modelli e template, grafici (ora anche a bolle 2D), effetti. Inserire modifiche e commenti ora è semplicissimo, e gli stili predefiniti permettono di avere risultati molto soddisfacenti con un semplice click o al massimo due.

Poi ci sono quei piccoli tweak per ogni applicazione che semplificano un bel po’ la vita: su Pages per iOS una nuova piccola barra, che spunta in cima alla tastiera a comparsa, contiene le più comuni opzioni di formattazione ed editing del testo; Numbers, che nelle parole di Apple vuole offrire qualcosa di più user-friendly di «una sterminata prateria di celle» (e anche qui il bersaglio è chiaro), punta molto sulle immagini e sui grafici interattivi in tempo reale, con modelli che sembrano sempre più la versione quantitativa di un volantino creato con Pages; Keynote – che come ha orgogliosamente fatto notare Cue, è stato usata per l’evento del 22, e per tradizione è forse la migliore del lotto – ha molte più transizioni e animazioni Enfasi, con un layout più centrato per controllare meglio la disposizione degli oggetti.

Ma dove il minimalismo la fa davvero da padrone è nelle versioni dei programmi iWork per iOS, tanto semplificate da sfiorare addirittura territori solitamente frequentati da campioni del less is more come Drafts o iA Writer. Intendiamoci, sarà sempre non semplicissimo organizzare il bilancio della ditta su un iPhone, ma i progressi sono evidenti.
Di seguito, ecco i link diretti ai tre programmi per Mac App Store e App Store, dove potrete vedere anche i changelog completi:

Pages:

OS X

iOS

Numbers:

OS X

iOS

Keynote:

OS X

iOS

 

7 commenti su “Ecco il nuovo iWork: minimal e condiviso”

  1. Numbers: la nuova grafica è davvero strabiliante e semplificata (es. i nuovi filtri).
    Il programma è visibilmente più reattivo.
    La condivisione non ha eguali con altre web app.

    Purtroppo c’è stato un taglio netto di funzionalità, e sembra di trovarsi in una condizione ancora peggiore del passaggio tra Final Cut 7 e Final Cut X.
    Per fare un esempio macroscopico manca l’autocompletamento (scrivo per la seconda volta un termine nella stessa colonna e questo mi viene suggerito dalle prime lettere).
    Non si può ordinare una tabella in base a regole multiple, sono sparite le categorie…

    Il forum ufficiale di supporto è in rivolta.

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  2. Il taglio delle funzionalità è stato davvero eccessivo.
    Va bene il minimalismo la nuova grafica è stupenda ma perché togliere le autocorrezioni (in pages)? perché togliere la possibilità di selezionare due o più frasi lontane? perché togliere l’esporta in RTF? perché togliere la barra a scomparsa (che permetteva di riordinare le pagine)?
    e chissà quali altre funzioni basilari hanno tolto.
    Abbiamo computer potenti… sfruttiamoli un po’… un software di scrittura senza la possibilità di selezioni multiple e maiuscole automatiche dopo i punti è messo davvero male…
    Sono arrivati a rendere pages peggiore di textedit….
    io ho mantenuto le vecchie versioni. quando devo lavorare su mac converto tutto in formato 09 (tramite le nuove versioni) così risolvo i miei problemi per ora ma mi aspetto con i prossimi aggiornamenti che queste funzioni BASILARI ritornino

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    • @gu82: ma infatti quella dei “professionisti” è una cacchiata.
      dopotutto mavericks è fatto benissimo, logic pro x è fatto anch’esso bene, final cut pro x adesso inizia ad andare bene, i macbook pro retina 15″ (fino a questo aggiornamento) erano a mio parere il miglior prodotto in circolazione (ora per avere la dedicata devi spendere di più) ma prossimamente chi lo sa.
      Insomma, il problema non è la Apple sta abbandonando i professionisti… alla fin fine di world processor ce ne sono un casino. personalmente preferisco pages 09, ma anche word e openoffice sono ottimi.
      mavericks e il mio macbook pro retina bastano e avanzano per avere tutto ciò di cui ho bisogno…
      il problema è che ho ottenuto dei software gratis (aggiornamento di quelli vecchi) che sono peggiori di quelli vecchi.
      Se anche mi avessero fornito degli aggiornamenti normali non ci sarebbe stato alcun problema… invece ho dovuto andare a ripescare la suite 09 da time machine….

      Che poi ripeto, nel mio utilizzo cambia poco, mi scoccia solo l’atteggiamento… se per gratis intendono rovinare i software è meglio che li facciano pagare un po’.

      Che poi quest’anno non posso lamentarmi di quasi nulla tranne appunto questi “software”.
      ilife per esempio non l’hanno quasi toccata, per me va più che bene così.
      mavericks (che mi va meglio di mountain lion) l’hanno dato gratis.
      di garageband non me ne può fregar di meno.
      hanno aggiunto sia mappe che ibooks (entrambi provati ma essendo nuovi non mi aspetto niente)..

      hanno è vero fatto una cavolata con i nuovi macbook pro retina 15 ma avendolo già mi interessa poco.

      insomma mi sembra che l’unico vero problema sia la suite iwork…

      (possono smenarmela quanto vogliono con il fatto che sul macbook pro retina non si può cambiare la ram, peccato che non esiste un’altro computer con la stessa potenza e la stessa leggerezza in 2 Kg scheda dedicata, processore 4-core e addirittura schermo retina, ssd di default. Per me è stato la manna dal cielo, cosa che l’altro macbook non era come non lo sono i nuovi perché io l’ho preso ricondizionato e ho speso 1629€+ apple care (sui 1800€) 3 anni di garanzia, adesso per prendere la vga dedicata dovrei spendere 2600€ 2 anni garanzia)

      tutto questo discorso per dire che se mi cambiano iwork per me quest’anno apple non ha fatto una grinza. ha addirittura presentato i nuovi mac pro

  3. ancora qualche passo (indietro) e Keynote si allinea a Powerpoint.
    Word o Pages mi interessano relativamente.
    La prateria di celle è probabilmente il miglior programma Microsoft e non lo paragono a nulla.

    L’imbarazzo è con Keynote! Speravo in qualche novità in un programma allo stesso tempo semplice e innovativo (nel passato).

    Qua è… imbarazzante.

    Il minimalismo è una scusa del marketing! Lo hanno peggiorato, ah no è solo “minimalista”.
    E come se al posto di licenziare dicessero che offrono un “impiego più minimalista”.
    Qui hanno cercato di pareggiare la versione (già gratuita) su iCloud che offriva strumenti più limitati. E per pareggiare hanno impoverito anche la versione stand alone.

    Proverò ancora un po’ il programma per vedere se può valer la pena di usarlo, altrimenti la vecchia versione ’09 è rimasta.
    Oppure passerò definitivamente ad Office che già devo usare per gli altri programmi.

    Chiaramente non è un giudizio negativo, è… minimalista.

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