Con una decisione che non farà dormire sonni tranquilli ai legali di Samsung e Google, l’Ufficio Brevetti statunitense ha determinato la totale validità, in ogni suo punto, del cosiddetto “brevetto Steve Jobs”, il più importante di tutti i patent sull’iPhone e quello che sottende alla maggior parte delle soluzioni tecnologiche implementate sugli iDevice.
Il brevetto era stato “sospeso” e dichiarato temporaneamente non-valido nel dicembre 2012, quando su richiesta anonima l’U.S.P.T.O. aveva iniziato una rivalutazione generale del suo contenuto.
Lo scopo di chiunque abbia cercato di renderlo “innocuo” era quello di veder rigettati almeno alcuni dei claim del brevetto. Non è andata così, anzi. Ora questo “Steve Jobs patent” (chiamato così perché il nome del co-fondatore Apple appare come primo richiedente) è più forte di prima, perché confermato dal vaglio severo dell’ufficio brevetti.
Il brevetto (n°7,479,949, depositato la prima volta nel giugno 2006) è stato utilizzato da Apple contro Samsung ed ora dovrà essere aggirato dai Coreani per evitare il blocco delle importazioni di alcuni prodotti che lo violano, entrato in vigore la scorsa settimana.
Non è la prima volta che la tattica della revisione a fini di “invalidamento” viene adoperata dagli avversari di Cupertino, seppur con il solo risultato di rendere temporaneamente inutilizzabili certi brevetti. Già a giugno l’USPTO aveva ri-approvato 3 richieste contenute nel brevetto dell’effetto rubber-band, relativo alla UI/UX di iOS. Uno di quei “claim” era stato utilizzato “con successo” nel famoso processo Apple VS Samsung dell’agosto 2012.
Chi volesse approfondire l’argomento può leggere l’esauriente e ben documentato articolo pubblicato ieri da FOSS Patents.
[via]