Warner Music Group ha scelto Amazon MP3 per la distribuzione online del proprio catalogo musicale in formato digitale senza DRM. Le canzoni sono disponibile nel negozio online del principale concorrente di iTunes Store ad un prezzo variabile fra 0,89$ e 0,99$, mentre gli album, che in alcuni casi conterranno anche delle track aggiuntive in esclusiva, sono prezzati circa 10$. Le canzoni scaricate, libere da sistemi anticopia, potranno essere caricate su praticamente qualsiasi lettore mp3, compresi gli iPod, e l’utente sarà libero di copiarle e trasferirle senza limiti. Questo accordo con la Warner Music rafforza notevolmente la posizione di Amazon rispetto ad iTunes Store nel mercato della distribuzione musicale online e permette allo store di allargare il proprio catalogo, che ora comprende 2,9 milioni di titoli.
La decisione segna anche un punto di svolta per la Warner Music che fino a poco tempo fa era in prima linea contro la distribuzione di file musicali privi di sistemi DRM. L’amministratore delegato di Warner Edgar Bronfman era balzato agli onori della cronaca internettiana all’inizio di quest’anno per la dura risposta che aveva riservato a Steve Jobs, reo di aver proposto l’abolizione del DRM da parte di tutte le etichette come unica soluzione per rendere inter-operativi i vari store musicali online. Nonostante la decisione di distribuire i propri mp3 attraverso lo store di Amazon sia definita dalla Warner come una mera scelta di mercato, non è difficile intuire che gli screzi con l’azienda di Cupertino possano aver contato qualcosa nelle decisioni dell’etichetta musicale.
Anche la Universal Music, annunciando di volersi immettere nel mercato della musica online DRM-free, ha dichiarato che non prenderà in considerazione la possibilità di distribuire il proprio catalogo attraverso l’iTunes Store Plus.
L’impressione è che le major scegliendo di non concedere i propri contenuti allo store di Apple, stiano cercando di indebolire l’egemonia della mela in questo settore. Un tale atteggiamento potrebbe essere causato dalla politica dei prezzi portata avanti dall’azienda di Steve Jobs: le grandi etichette musicali vogliono la libertà di scegliere in completa autonomia la linea di marketing per la distribuzione dei propri prodotti, anche quando essi vengono venduti, per così dire “a casa degli altri”. Apple naturalmente non condivide queste posizioni, come dimostra l’ormai ben noto scisma con NBC, anche perchè nelle scelte che riguardano l’iTunes Store è preponderante per Cupertino far valere la propria linea commerciale il cui fine ultimo è la vendita degli iPod.
I sistemi DRM (Digital Rights Management) sono stati introdotti da Apple per convincere le grandi case produttrici ad avventurarsi in un mercato nuovo come quello della distribuzione online attraverso l’iTunes Store, anche se Apple ha sempre spinto in direzioni più liberali, come dimostra la già citata proposta di Steve Jobs. Warner Music scegliendo di escludere iTunes Store ha certamente segnato un punto a proprio favore nel braccio di ferro con Cupertino. Prima di parlare di sconfitta di Apple, è tuttavia necessario aspettare qualche mese per vedere se la scelta di Warner Music sarà effettivamente coronata da successo, anche in virtù dei cambiamenti che il 2008 potrebbe portare nelle strategie di marketing di Cupertino.