Secondo quanto riportato da Benny Goldman di Gizmodo, ieri, presso l’Apple Store sulla 14a strada a New York, più di trenta persone erano diligentemente in fila. Quando Benny ha saputo dal commesso che quelle persone attendevano pazientemente di acquistare un iPhone, rientrato in stock presso quel punto vendita dopo un recente esaurimento delle scorte, è rimasto allibito. Il commesso invece non sembrava affatto stupito e ha pure aggiunto che secondo lui non ci sarebbe stato nessun motivo di avvertire quei poveretti che fra meno di un mese uscirà probabilmente una nuova versione di iPhone. Intanto O2 e Carphone Warehouse, nel Regno Unito, hanno reso nuovamente disponibile la versione da 16GB di iPhone sui rispettivi store online e nei punti retail, dopo un’indisponibilità di un paio di giorni. Ed eccoci dunque alla domanda che ci poniamo nel titolo. L’esaurimento degli stock dipende realmente dall’avvicinamento di iPhone al periodo di end-life oppure è una mossa operata dai rivenditori per spingerne l’acquisto concentrando la domanda?
Non è facile dare una risposta a questo interrogativo. Così come non è facile comprendere perché un acquirente disposto a spendere 500$ per l’acquisto di un dispositivo come l’iPhone non voglia informarsi prima circa l’eventualità dell’arrivo di un nuovo modello. Il principio è valido per chiunque si interessi di tecnologia, ma per chi conosce Apple da vicino, e sa quanto sia necessario consultare anche l’oroscopo aborigeno per capire se è il momento giusto di acquistare un prodotto della mela, è ancora più difficile capire come si possa procedere con questa leggerezza all’acquisto.
Non è da escludere la possibilità che molti degli acquirenti abbiano fatto invece un calcolo diverso. Forse ritengono che il nuovo modello costerà di più e quindi si affrettano ad acquistare il modello attuale, anche se in questo caso potrebbero pure pensare che con l’uscita di un nuovo iPhone i vecchi modelli andrebbero inevitabilmente incontro a sconti e svalutazioni. Secondo quanto abbiamo visto stamani, potrebbe pure darsi che molti di quegli acquirenti stiano dando l’assalto alle ultime scorte per rivendere il melafonino fuori dagli USA o che si tratti direttamente di turisti stranieri allettati dal più che favorevole cambio Euro-Dollaro.
Tornando al quesito principale, l’impressione è che l’alternanza fra disponibilità ed indisponibilità del prodotto sia dovuta ad un razionamento delle scorte complessive, motivato a sua volta da un forte rallentamento della produzione degli iPhone dell’attuale generazione, o addirittura dalla dismissione e dalla riconversione di alcune delle principali linee produttive. L’aumento della domanda potrebbe dunque essere solamente un effetto collaterale di questa fase di transizione che Apple e i distributori ufficiali a livello internazionale hanno saputo sfruttare a proprio favore. Voi cosa ne pensate?