Ieri vi abbiamo parlato della fila che si stava cominciando a formare fuori dall’Apple Store sulla 5th Avenue a New York. Fra le altre considerazioni avevamo precisato che sembrava si potesse trattare di una performance organizzata da un gruppo di persone unite da un intento di qualche tipo. Oggi scopriamo che quel gruppo ha un nome e ha deciso di stabilire un nuovo record per “la più lunga permanenza in fila in attesa del lancio di un prodotto” al fine di pubblicizzare la propria causa ambientalista. Il collettivo TheWhoFarm vorrebbe riuscire a convincere il prossimo presidente degli Stati Uniti a trasformare il parco della Casa Bianca in una fattoria biologica. Per chi se lo domandasse, la bambina della foto d’apertura del post di ieri è tornata a casa con la mamma già da venerdì sera.
Il fondatore e portavoce del gruppo è Daniel Bowman Simon, il ragazzo seduto sulle spalle dell’amico nella foto ad inizio post. Daniel spiega che l’intento del gruppo è quello di “ristabilire il paesaggio commestibile”. Si, anche noi non abbiamo idea di che cosa significhi precisamente. E’ invece un po’ più chiaro il riferimento alle mele: in attesa del nuovo prodotto della Apple il gruppo aspetterà in fila nella Big Apple mangiando solo frutta e verdura da agricoltura locale, principalmente apples, che arriveranno dalle fattorie biologiche dello stato di New York. I membri che compongono la fila al momento sono cinque ma ve ne sono altrettanti in città che si preoccupano di rifornirli di cibo e acqua.
L’idea di trasformare la Casa Bianca in una fattoria biologica è naturalmente solo una bizzarra trovata che il gruppo ha scelto di utilizzare per veicolare concetti più ampi e concreti come l’ecosostenibilità, la sicurezza energetica, l’ottimizzazione delle risorse, la coltivazione in loco del cibo che consumiamo.
In una lettera indirizzata ad alcune importanti personalità del mondo della politica e dell’economia (incluso Steve Jobs) il collettivo elenca, fra l’altro, metodo ed intenti della propria settimana di permanenza di fronte al cubo di vetro della Quinta Avenue:
- Passeremo molto tempo all’aperto, in un fantastico spazio pubblico.
- Useremo l’energia solare.
- Berremo la famosa acqua del rubinetto di New York.
- Mangeremo del sano cibo locale (principalmente mele) che ci verrà consegnato in bici o ciclotaxi dai nostri amici agricoltori, dai contadini che aderiscono al progetto Greenmarket, e da ristoratori locavori.
- Composteremo i resti del nostro cibo per aiutare il nostro fragile suolo.
- Principalmente cercheremo di discutere della coltivazione locale come elemento critico per uno stile di vita salutare e sostenibile, per il raggiungimento della sicurezza alimentare, per l’educazione dei piccoli e per la mitigazione del cambiamento del clima con chiunque voglia fermarsi a parlare con noi.
Infine venerdì prossimo i cinque impavidi compreranno un iPhone (Daniel ha dichiarato che ne vuole comprare uno per sé, uno per McCain e uno per Obama, ma non chiedetemi perché), che vedono come un’ottimo strumento per “liberarci dalle scrivanie“. Qui sopra potete vedere i cinque attivisti: da sinistra, Daniel Bowman Simon, 28, portavoce del gruppo; Casey Gustowarow, 26, coltivatore diretto in una fattoria biologica a circa 30 di Km da New York; Heyward Gignilliat, 32, insegnante di inglese per stranieri alla Northeastern University; Dane, 31, land planner a Maui, Hawaii, sposato con Yumi, che insieme alla loro figlia Athea Aina ha passato il 4 luglio in fila assieme a lui; Kaitlin, 22, californiana, neolaureata in scienze politiche.
Per saperne di più ecco una serie di link utili: TheWhoFarm, Il sito del progetto WaitingForApples, l’articolo di P. DeWitt su Apple 2.0, il progetto Greenmarket.
Photo courtesy of Apple 2.0
bevremo?
please, berremo.
Typo… Corretto ;-)
ammappate che ambientalisti della domenica.
che stupidi quelli di greenpeace in mezzo al mare a salvare le balene.
Dai ok quando esce la playstation 4 anchio mi faccio ambientalista.
risolto lo scandalo della bambina, ora tutto è molto più chiaro!
da una parte diverte un po’ come lo fanno, da una parte condivido la loro decisione e i loro ideali!
Ma no! Disgraziati! Hanno dimenticato che l’iPhone era per me, non per Obama!
Ragazzi ma voi che ne pensate? Io trovo che sia una bella idea, ma in giro per il Mac Web americano ho letto molte critiche. Engadget ad esempio li prende in giro senza pudore…