Jerry Seinfeld sarà il nuovo testimonial Microsoft?

Microsoft ha compiuto un nuovo passo nella realizzazione della nuova campagna pubblicitaria multimilionaria volta alla “riabilitazione” di Windows Vista. Secondo quanto riportato ieri dal Wall Street Journal, il gigante di Redmond avrebbe ingaggiato per 10 milioni di dollari Jerry Seinfeld come testimonial di punta per una nuova serie di spot. Sempre secondo quanto riportato dal Journal, il comico 54enne comparirà in uno o più ads incentrati sullo slogan “Windows not walls” (Finestre, non mura – è un detto americano) a fianco del fondatore di Microsoft Bill Gates. Seinfeld, molto famoso negli States, un po’ meno in Europa, è protagonista e autore dell’omonima sit-com di grande successo, serie cult degli anni ’90. La notizia ha fatto il giro di tutto il Mac Web generando i commenti più disparati, principalmente negativi. Sebbene Seinfeld sia un personaggio simpatico e divertente ci sono diversi motivi per cui la scelta di Microsoft non sembra delle più azzeccate.

Seth Wintraub, sul suo blog ospitato da Computer World, ha raccolto in un unico articolo i dieci motivi per cui la scelta di Microsoft non sarebbe delle migliori e che minano in partenza la credibilità di Seinfeld come testimonial della Microsoft. Prima di tutto il comico è apparso in uno dei più famosi commercial della storia di Apple, l’indimenticabile spot “Think Different” (è l’ultimo personaggio ad apparire nel video, sotto). Seinfeld, inoltre è un noto Mac User, tanto che non era raro scovare un Mac sullo sfondo nei set della sua famosissima sit-com.

Ci sono anche altre motivazioni di ambito più prettamente comunicativo che indicano che il risultato di questi nuovi commercial potrebbe non essere il successo. Seinfeld è un’icona degli anni ’90, che piace ad un target di giovani adulti o di uomini e donne di mezza età e che molti ragazzi più giovani non ricordano se non vagamente. Da quando si è conclusa la famosa sit-com nel 1998, Jerry si è in parte ritirato dalla scene, e nonostante sia ancora considerato uno dei più divertenti comici di sempre negli Stati Uniti, il suo umorismo potrebbe risultare leggermente stagionato. La pensa così anche Ryan Tate di Gawker, che addirittura bacchetta anche la più recente campagna di Vista, quel Mojave Experiment bocciato da molti esperti del settore:

“Questo è il peggior concept pubblicitario di Microsoft da.. beh, dall’ultima campagna di Vista, il Mojave Experiment, che ha provato definitivamente come le persone odino Vista ma siano disposte ad usarlo se le si inganna facendo credere loro che si tratti di qualcos’altro, come uno strumento stabile e funzionale.”

Dan Lyons, columnist di Fortune, sostiene che la storia del Wall Street Journal contiene una mole eccessiva di particolari dettagliati per trattarsi di una semplice soffiata. Si tratterebbe in realtà di una fuga di notizie voluta da Redmond per generare un buzz molto maggiore rispetto a quanto avrebbe potuto fare un semplice comunicato stampa. Lyons è poi particolarmente critico nei confronti di The Borg, ovvero Microsoft:

“In ogni caso, è il classico comportamento del Borg. Siamo nei casini? Ingaggiamo un personaggio famoso! Spendiamo una camionata di soldi! Questo è Ballmer nel suo Detroit-mode spinto al massimo (ricordate che Ballmer è cresciuto nella Motor City e suo padre lavorava alla Ford) mentre cerca di rendere cool l’ultimo pezzo di ferraglia pagando Dean Martin per guidarne uno.

Ciò che il Borg non capisce è che per quanto possa essere ben fatto, uno spot risuona solo se contiene un germe di verità. E’ il motivo per cui gli spot “I’m a Mac” hanno funzionato. Inoltre, per quanto possa essere buono, uno spot non può convincere le persone a comprare un cattivo prodotto. E’ pubblicità, non magia. (Nota per il Borg – Forse dovresti ingaggiare David Blaine? O Criss Angel?). […] E beh… buona fortuna con questa campagna Microsoft. E continua a fare gli straordinari per lavorare su Windows 7. Dico sul serio.”

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Il Mac Addict di questa famosa immagine del 1996 ricorda la tipologia del Seinfeld anni ’90

Proprio ieri abbiamo analizzato un po’ più da vicino gli spot della serie Get A Mac, cercando di capire perché funzionano così bene. Microsoft sembra non copiare nell’unico campo in cui sarebbe stato lecito farlo, come forma di contrattacco. Magari ispirarsi agli ads di Apple creando uno spot differente ma partendo dagli stessi presupposti, ovvero ingaggiando personaggi mediamente famosi (Long e Hodgman non erano due sconosciuti quando furono ingaggiati ma la loro notorietà non era nemmeno lontanamente paragonabile a quella di Seinfeld) sui quali cucire uno spot più fresco e meno “Visto” (scusate il pessimo gioco di parole).

In ogni caso, come dice Dan Lyons, ci vorrebbe un buon prodotto di cui decantare le lodi e non un prodotto scarso rispetto alle aspettative di cui esaltare selettivamente alcuni aspetti isolati e  poco integrati. La campagna di Microsoft verrà a costare complessivamente circa 300 milioni di dollari. Una serie di spot che costasse un sesto di tale somma sarebbe più che sufficiente, mentre gli altri 250 milioni li si potrebbe destinare allo sviluppo (per velocizzare il passaggio al nuovo Windows 7?) cercando di dimenticare Vista quanto prima possibile. A Redmond sono invece convinti di aver fatto un ottimo lavoro con l’ultimo SO e che si tratti solo di marketing. E’ in questi momenti che mi tornano sempre in mente le profezie di John Titor.

5 commenti su “Jerry Seinfeld sarà il nuovo testimonial Microsoft?”

  1. perché piuttosto non assumono qualche programmatore in più per sistemare il mitico windows Svista?! ho provato a confrontare il mio macbook con un asus, stesse caratteristiche ma il SO niente da paragonare… mac sfrutta molto meglio l’hardware!

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